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MARCHESE MAZZACORATI

 

Maggio 1860: MULINO A VAPORE DEL MARCHESE MAZZACORATI

Una nota di Giorgio Golinelli

Siamo nel maggio 1860. Tra fermenti patriottici che precedono e seguono la visita del Re e del Presidente del Consiglio Cavour a Bologna(1-4 maggio), fa anche notizia, a Molinella,  la costruzione del primo mulino a vapore di tutta la provincia bolognese, voluto dal marchese Giuseppe Mazzacorati (1803-1887), nobile bolognese dimorante presso la storica Villa che fu dei Volta (oggi sede del Circolo La Torretta). E fa anche notizia che il progetto (e il dispositivo che aziona il predetto mulino) è opera dello scienziato e ’inventore molinellese Sebastiano Zavaglia(1824-1875), che sull’impiego del vapore per scopi industriali s’era fatto una buona esperienza. Molinella era già, nel 1860, uno degli epicentri della risicoltura bolognese e il marchese Mazzacorati uno dei principali possidenti di risaie nella zona di Barattino, S. Martino di Sotto e Marmorta. Il nuovo mulino sorge nello stesso punto dove due o tre anni prima, circa, funzionava un mulino ad acqua dei Signori Volta eretto nel 1851, comprato appunto dal marchese assieme alla quattrocentesca e più volte ristrutturata villa e a vari poderi.

Il moderno mulino, impiegato per la pilatura e brillatura del riso, in seguito assume la denominazione di “Mulino a pila e vapore” come dimostra anche l’allegata foto. Tutti gli altri  22 mulini esistenti, nel 1860, in provincia di Bologna erano invece azionati con la forza dell’acqua. Molinella quindi, grazie al marchese Mazzacorati e a Sebastiano Zavaglia si presentano sullo scenario provinciale  come innovatori in questo campo e non a caso: il marchese, infatti, avendo partecipato in precedenza a varie Fiere nazionali ed internazionali dell’industria e dell’agricoltura s’era affermato come uno degli imprenditori più aperti all’innovazione, mentre il Dr. Sebastiano Zavaglia, nel frattempo, s’era  distinto, a Bologna, come scienziato e inventore di macchine e attrezzature di vario genere (decanapulatrici, cordatrici, caldaie a vapore ecc.). Dal loro incontro nasce quindi  l’idea di costruire il nuovo opificio di Molinella che praticamente diventa l’industria più importante del territorio comunale, essendo tutte le altre attività (canapifici, fornaciai, botteghe da fabbro, ecc.) di tipo artigianale o commerciale a conduzione quasi esclusivamente familiare.

Il nuovo mulino a vapore, della potenza di 25 cavalli, entra quindi in produzione macinando nelle 24 ore circa 2,5 quintali di cereali, aumentando la produzione e procurando lavoro per alcuni addetti ai lavori. Opererà per ben 58 anni, sino al 1918, quando finirà distrutto in un incendio. Per la cronaca, Sindaco di Molinella nel 1860 è il Dr. Pietro Pedrelli e la popolazione comunale per la prima volta si avvicina ai  10.000 abitanti, superandoli nel censimento del 1861.