Andrea Cesari nasce a Molinella in una buia e fredda notte di dicembre, precisamente il 31/12/1958 alle ore 23:30. Inizia alle elementari ad essere attirato da disegno e pittura e, da adolescente, presenta il suo primo ritratto (Jimy Hendrix) alla Mostra organizzata alla Torretta, per la manifestazione del 1° maggio.
Inizialmente associa, erroneamente, i momenti più proficui da un punto di vista artistico ai suoi stati d’animo più intensi di tristezza e di rabbia, pensando lo portassero a esprimersi con uno spessore maggiore. Scopre invece, nel corso degli anni, di poter interpretare qualsiasi suo stato d’animo, anche nelle fasi di maggior serenità.
E’ stato un ragazzino problematico, cresciuto a casa in un contesto dove era molto importante concretizzare velocemente qualsiasi lavoro gli venisse assegnato, combatte con questa impostazione di vita per parecchi anni, cercando il suo ritmo naturale.
Anche nei suoi quadri quindi ha inizialmente una smania di finire, di portare a termine, solo nel corso degli anni impara a fare più lentamente, curando maggiormente i dettagli e assaporando meglio ogni tratto di pittura, su ogni singola opera.
Finite le medie adorava suonare il violino ed è stato tra i primi 3 iscritti dell’ Istituto musicale Banchieri, nell’unica sezione staccata del Conservatorio.
‘’Ricordo che mi presero da Ragioneria con il furgone della Rai, feci il saggio con le telecamere che mi riprendevano, il servizio era per ‘cronache italiane’ e, con gli altri studenti e ci siamo rivisti in televisione. Qualche anno fa, quando hanno riaperto la scuola di musica, hanno riproiettato quel video del saggio e ho avuto la fortuna di rivedermi a 15 anni’’
Nel percorso artistico non ci sono fasi che rinnega ma, semplicemente, riconosce le differenze di una tecnica più semplice dei primi anni di pittura rispetto a quella di oggi.
Il suo obiettivo è quello di portare avanti progetti che tocchino, ad esempio, temi universali come ad esempio la guerra o la corruzione e i sentimenti come paura, invidia, gelosia.
Ha esposto 3 quadri anche a Loreggio (PD) in una gara pittorica e a Molinella in Auditorium.
Dipinge da sempre da autodidatta, predilige la tecnica ad olio, ma anche acquerelli e pastelli. I suoi soggetti sono sempre legati al reale, anzi surreale, gli piace raccontare “il sogno”.
Ama Dali’, non apprezza Andy Worrol. La pittura, e’ per lui, un ansiolitico del quale non riesce a fare a meno, lo rilassa dipingere e gli dà soddisfazione vedere il quadro realizzato.